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La figlia del matematico...



...di Laura Kinsale!

Avevamo gia' messo un post sulla Figlia del matematico...
Eccolo QUI!!

Ma... e' tempo di ritornare a parlarne...
Ormai molte di voi lo hanno letto...lo hanno digerito...
Cosa ne pensate??

Intanto Eleonora ha espresso la sua opinione..

Direttamente dalla scrivania di Eleonora:

ATTENZIONE: possibili Spoiler!


Questo è uno di quei romanzi di cui ho sentito parlare sino alla nausea e quindi capirete benissimo che ha stuzzicato la mia curiosità…
Così l’ho iniziato a leggere non solo a scopo “egoistico” ma anche con un leggero occhio critico per capire in fondo anche quello che in genere viene lasciato tra le righe…
Umilmente mi sono posta nelle condizioni di fare una piccola recensione e quindi sono andata a scavare dietro personaggi e emozioni…
L’autrice, Laura Kinsale, ha un modo di scrivere un po’ ambiguo, fa digressioni e passa dal pensiero di un personaggio all’altro senza lasciare il tempo di dare un giusto valore a pensieri, parole e espressioni: la lettura, a mio avviso, per essere capita e interpretata nel modo corretto deve essere approfondita e magari riletta più volte.

Ma passiamo alla storia in sé: atipica. Credo che per chi voglia uscire dalla routine non ci sia di meglio…
Di solito vediamo questi eroi perfetti, sicuri e a volte un po’ arroganti che “gestiscono” il mondo nel quale vivono come meglio credono, “piegando” il destino e gli eventi al loro volere…
Qui invece abbiamo un protagonista che da potente Duca, amato e temuto, diventa una sorta di derelitto, lasciato a se stesso e “guidato” dagli altri…
Oppresso e per molti versi maltrattato: gli viene tolta ogni dignità ed è costretto a vivere in una condizione “animale”.

Questo è il primo neo della storia (anche se effettivamente è qui l’originalità della situazione): io ahimè quando leggo un romanzo ho voglia di sognare, entrare in una dimensione un po’ irreale per la sua perfezione… Insomma, preferisco pensare “perché non capita a me?!”
Qui invece lungi da me il pensiero di vivere una situazione del genere.

La protagonista femminile, Maddy è sciatta. Innanzitutto è una quacchera, una sorta di setta (credo così si possa definire!) pia e religiosa che disprezza le futilità del mondo e i comportamenti cerimoniosi e altezzosi (non vuole usare titoli: addirittura stringe la mano del re senza inchinarsi!).
Lasciamo stare il mio pensiero su questo accenno a una religiosità esasperante e estrema perché non credo sia la sede adatta a questo tipo di digressioni: Vi basti sapere che non amo questo connubio tra religiosità e profano… almeno non in un romanzo!

Per riprendere la storia, Maddy va a lavorare da suo cugino in manicomio e lo ritrova lì (prima della malattia c’era una relazione professionale tra il duca e il padre di Maddy – un eminente studioso).
Non posso dire che lei capisca che lui non è pazzo perché i dubbi le nascono di sovente: lei ha paura di lui, delle sue reazioni e dei suoi pensieri.
Purtroppo lui tra l’altro non è in grado di parlare, non riesce ad articolare le parole e a comprendere bene quando gli parlano.
In questo frangente c’è una scena nella quale non sapevo più chi mi facesse più pena: in un salotto il Duca e il padre di Maddy cercano soluzioni di formule matematiche e lei poveretta in mezzo che legge (per loro!) un tomo di matematica (che per lei è incomprensibile!) al Duca che non può parlare e comprende solo se gli si parla lentamente e a suo padre che è cieco!
Guardate l’ho trovato tragicamente comico…
Insomma, arrivano al punto che si sposano, ma in fondo nessuno dei due ha avuto scelte diverse.

Ecco cosa mi è mancato in questo romanzo: l’amore con la A maiuscola che ti porta in un’altra dimensione e ti fa sentire grande, potente, felice.
Lei soffre sempre, combattuta tra la sua fede e il suo amore (che lei considera carnale!): forse io sono troppo romantica, ma mi piacciono gli slanci, un’amore che ti riempie tanto da non darti il tempo di pensare di avere rimpianti o ripensamenti…
Lei non si fida nemmeno delle scelte che fa Christian e a sto poveretto lo confonde ancora di più di quanto già non sia: lui è in un momento critico perché vogliono toglierli tutte le sue ricchezze e il suo prestigio e ha sempre la cosiddetta “spada di Damocle” sulla testa perché sa che se non dimostra di essere capace di gestire i suoi affari lo rinchiudono in manicomio (che come potete immaginare è stata un’esperienza terribile e denigrante!).
E lei che fa?! ha tutte le sue fisime che scarica su di lui: non vuole partecipare al ballo che lui ha organizzato per cercare di salvarsi e fa problemi in continuazione…
E poi lo chiama sempre “uomo malvagio” e lui “tatamaddy”: che tristezza ‘sta cosa!
Finalmente alla fine (dopo aver “masticato” 600 pagine circa) finalmente lei ammette il suo amore e va al di là della sua fede e….finisce!.
E come?!!
Lui dopo che la sua cara famiglia lo voleva rinchiudere in manicomio la invita alle feste, non denuncia le angherie subite!
Insomma, sicuramente il mio pensiero sarà alquanto impopolare, ma a me questo romanzo ha dato solo una grande tristezza e una sensazione di impotenza!
Non ho intravisto l’amore e anzi per entrambi i protagonisti mi è sembrata una scelta obbligata.
Così mi resterà sempre un dubbio: se lui se fosse stato come prima avrebbe guardato una come lei?!






Eleonora

Commenti

  1. Ciao Eleonora, beh cosa vuoi che ti dica... la penso praticamente come te, quindi non aggiungo altro!
    La storia può essere bella, ben scritta... ma manca lo slancio amoroso che ti fa sospirare e palpitare.
    Peccato. I romanzi atipici e drammatici a me piacciono. L'amore quando è più difficile dovrebbe essere il più forte di tutti. Invece qui sembra tanto rassegnazione!
    Silvia

    RispondiElimina
  2. A me invece la storia è piaciuta molto, originale, travolgente, drammatica .... diversa da tutti i romanzi letti finora.

    RispondiElimina
  3. Ciao Eleonora!
    Complimenti per la tua analisi del libro, che io condivido quasi del tutto. La storia è molto originale, il duca è un gran bel personaggio....è lei che ho odiato con tutto il cuore! Il peggior personaggio femminile di sempre, e ha rovinato il piacere di leggere un libro.
    In un sondaggio di questo sito avevo definito questo libro LA bufala...ho cambiato idea:LA bufala è Lord of scoundrels; ma Sull'orlo dell'abisso rimane un libro brutto.
    Un bacio a tutte!
    Susa

    RispondiElimina
  4. Quello della Kinsale è il classico romanzo che si erge sopra la media degli altri per una particolarità: non lascia indifferenti. C'è gente che lo ritiene fantastico, quasi la perfezione del genere, mentre altri non lo sopportano. Personalmente mi avvicino di più al secondo gruppo, visto che è uno dei rari romanzi di spessore che non sono riuscita a finire in prima istanza e che mi sono decisa a terminare solo recentemente perchè una mia amica aveva acquistato l'edizione italiana e voleva sapere la mia opinione a riguardo.
    La Kinsale, va detto, ha delle indubbie capacità narrative anche se a volte (almeno in inglese) la sua prosa è davvero un po'troppo involuta! Le premesse del romanzo,poi, sono affascinanti: due persone agli antipodi su tutto, si incontrano per un gioco del destino e finiscono per innamorarsi. Lui,Christian, 'da normale' probabilmente non avrebbe mai preso in considerazione l'eroina come oggetto delle sue attenzioni... anche perchè la timorata Maddy difficilmente l'avrebbe fatto avvicinare a più di un metro di distanza conoscendo la sua fama di libertino senza scrupoli! Inoltre, trovo nuova e molto interessante la tematica dell'handicap a seguito di un'emorragia celebrale; in un'epoca in cui gli studi in questo campo erano praticamente inesistenti,la società trovava come unica soluzione quella di allontanare e rinchiudere le persone colpite dalla malattia (anche quelle altolocate)perchè del tutto impreparata a gestirle in modo diverso. Tutti i particolari sulla malattia di Christian e sul modo in cui Maddy riesce ad entrare in comunicazione con lui salvadolo dal completo e drammatico oblio, e dalla pazzia vera, sono assolutamente affascinanti.
    Sulla carta, insomma, questo romanzo avrebbe molte cose per piacermi; il problema è però che alla fine, e qui concordo a pieno con la critica di Eleonora, nonostante gli ottimi ingredienti e l'abilità della cuoca, il soufflè non gonfia come dovrebbe perchè...there are no sparks!... Non ci sono vere scintille fra i protagonisti!E una storia lunga,spesso lenta e drammatica come questa ha bisogno di essere infusa e sostenuta da una grande storia d'amore. Qui invece, di vero amore o di vera passione c'è poco a mio avviso.Christian e Maddy sembrano stare insieme più per 'codipendenza' reciproca che per autentico trasporto e ognuno rimane sostanzialmente chiuso nel suo mondo. Lui, pur nella malattia, continua ad essere il nobile egocentrico ed egoista che è sempre stato e lei si lega a lui più per ragioni di etica religiosa che per amore. Maddy, inoltre, ha per quasi tutto il romanzo un atteggiamento da martire infilzata che risulta francamente insopportabile e man mano che la narrazione evolve, il suo personaggio invece di evolvere con essa, diventando più maturo e consapevole, in qualche modo 'involve'...diventando sempre più insulso! Che la Kinsale lo abbia fatto di proposito per far apparire meglio Christian e farci 'scaldare' un po' di più nei confronti di un eroe che di qualità romantiche francamente ne ha pochine?

    Alla fine, pur rendendomi conto che si tratta per diverse ragioni di un romanzo sopra la media, non posso che mi piaccia.Ed è un vero peccato perchè con certe premesse, 'Flowers from the Storm' avrebbe potuto, se sviluppato in altro modo, diventare
    uno dei miei romanzi preferiti di sempre!

    Francy

    RispondiElimina
  5. vero francy!
    questo e' uno di quei romanzi che : o si odia,o si ama...non si rimane indifferenti!
    juneross

    RispondiElimina
  6. Come sempre sono in ritardo per il commento, ma sono d'accordissimo con Eleonora, io quando leggo voglio che ci sia la storia d'amore che ti fa battere il cuore, leggo per evadere dalla vita di tutti i giorni e gia con il mio lavoro di malati e malattie sono a contatto sempre.
    Questo romanzo mi ha fatto solo molta tristezza.
    Ciao Graziella

    RispondiElimina
  7. Il romanzo è triste ma bellissimo; ricorda Jane Eyre di Bronte e L'automa di De VEUZIT. La malattia di Christian è descritta in modo molto rispondente alla realtà. L'Amore si evolve passando dall'attrazione iniziale ( primo incontro e seducente descrizione di Maddy al padre cieco )alla pietà di Maddy nel manicomio,dalla seduzione vendicativa da parte di Christian alla riconoscenza, dall'amicizia alla tenerezza e poi alla gelosia. Bellissima e coraggiosa la dichiarazione d'amore di Christian verso la fine del romanzo davanti alla Comunità degli Amici. E' un romanzo d'amore ma non un romanzo d'appendice. Va letto più volte come tutti i veri romanzi.

    RispondiElimina
  8. beh ragazze che dire?
    a mio parere la kinsale in questo romanzo ha caratterizzato magistralmente due personaggi diametralmente antitetici: lui ricco e blasonato, egoista e libertino, dedito ai piaceri del mondo e felice di quell'esistenza; lei pragmatica, estremamente semplice, cresciuta in modo rigoroso secondo l'uso dei quaccheri. penso sia naturale che l'autrice abbia voluto rendere il personaggio femminile diviso e conflittuale perchè si tratta della lotta tra l'amore che lei prova per una persona "indegna" secondo i canoni quaccheri e tutto il suo modus vivendi. E il duca poi? una persona che aveva tutto dalla vita e che d'improvviso si ritrova privato di tutto ciò che lui un tempo giudicava scontato e dovuto. la sua rabbia, la sua sofferenza, la sua disperazione...nulla sarebbe riuscito a rendere queste complicate emozioni meglio di quelle frasi recise ed a volte all'apparenza insensate che la kinsale ha usato.
    Io penso che questi due personaggi perennemente in conflitto tra loro e dentro di loro abbiano reso davvero affascinante il romanzo, reale, e l'amore tormentato che nasce tra i due, proprio perchè risultato di tanti traviamenti e di tanti dubbi, a mio parere risulta più vero e più appassionante. Si, è un romanzo inconsueto, vi recitano personaggi "imperfetti", non ci sono nè eroi nè damigelle, ma solo la dura realtà contro cui si battono...per farla breve non mi sono staccata dalle pagine del libro finchè non l'ho finito!
    Angy

    RispondiElimina
  9. ciao eleonora..mbe penso che saro l'unica ora a dire che questo romanzo mi e piaciuto veramente tanto...e solo peche quella Made che tanto nn piaciono alle donne,nella mia visione e verramente la DONNA stessa..la vera donna..che segue dei Principi,che sa di orgoglio,che sa di esser forte e autonoma..ma nonostante tutto cio e pressa spesso dai dubbi,e indecisa..e quindi contrariata a se stessa...
    e come diceva un personaggio famoso:Quello che si oddia in una persona e Proprio quello che e una parte di noi,perche quello che non
    fa parte di noi non ci preoccupa...
    e cmq...vorrei accenare pe quel dubbio che tutti si pongono che Lui l'aveva gia vista e osservata..durante quella loro cena quando era ancora un Duca..e se si segue bene la descrizione che le fa si capisce che quel uomo non era indifferente davanti alla figura di MAddy!...mbe e tutto.....

    RispondiElimina

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