Attenzione SPOILERS!!
Direttamente dalla scrivania di Angy:
Villaggio di Kilbridden, Scozia 1832
(da Educazione d’amore, Karen Ranney)
Beatrice Sinclair ha bisogno di un lavoro per sopravvivere, e non importa quante dicerie girino su quel castello arroccato lassù in alto, silente testimone della virulenta epidemia di colera che ha da poco sferzato il povero villaggio di Kilbridden.
Non importa che il rinomato Duca di Brechin, signore e padrone del vetusto castello, sia un viziato bambino di sette anni ben consapevole del proprio titolo e autoritario ai limiti della maleducazione.
Non importa neanche che il cugino del Duca, Devlen Gordon, sia un affascinante uomo d’affari dinnanzi cui le donne cadono in deliquio né, tantomeno, ha importanza che il tutore del Duca nonché padre di Devlen sia relegato su una sedia a rotelle e possieda un’insana bramosia nei confronti del titolo del giovane nipote.
Se poi si aggiungono alla piéce le sedicenti manie di persecuzione del giovane Duca, lo scenario non appare certo dei migliori per una giovane donna che ha perso tutto ed alla ricerca disperata di un lavoro.
Ma Beatrice accetta questo impiego perché non ha scelta.
Accetta perché inizia a sospettare che dietro l’arrogante Duca di Brechin si nasconde soltanto un ragazzino di sette anni spaventato e distrutto dalla morte improvvisa dei genitori lasciandolo in balìa di un tutore che pare più interessato alle pecore del ducato che al Duca in sé.
Un bambino investito anche troppo presto di responsabilità schiaccianti e che dimostra chiaramente come le sue affermazioni di tentati omicidi ai suoi danni non sono solo il frutto di semplici manie di persecuzione.
Accetta perché inizia a subire tutto il fascino di un uomo determinato ad ottenere sempre ciò che vuole, e stavolta Devlen Gordon brama proprio l’insignificante ma imprevedibile istitutrice del piccolo Duca.
Accetta perché è sola al mondo ed in quel castello ricolmo di bizzarrie, di misteri irrisolti e dove la fiducia risulta un bene prezioso, lei ritrova sé stessa e la voglia di continuare a vivere, di lottare per essa in nome di un amore che valicherà le convenzioni sociali, le differenze caratteriali e le controversie e che legherà indissolubilmente un Duca bambino, una istitutrice di umili origini ed un uomo di sangue blu con l’animo di un provetto industriale!
Uno stile armonico e curato giunge poi a condire una storia già di per sé intrigante, con dialoghi sferzanti e irresistibili che riescono ad alleggerire la narrazione.
Inoltre risulta interessante notare come questa volta si tratti di un racconto assolutamente non vuoto, un racconto ove la storia d’amore è certamente importante ma non l’unico perno su cui si centra: la vicenda di Robert, Duca di Brechin, è un elemento caratterizzante, i sentimenti del piccolo, l’atmosfera in cui è cresciuto, la maturità di un trentenne nel corpo di un bambino; il terribile rapporto che lega il tutore del Duca ad una moglie giovane, bella e innamorata del marito, ma da questi completamente ignorata; il conflittuale rapporto tra lo stesso tutore ed il figlio Devlen.
Ebbene, è proprio la figura di Cameron Gordon, fratello del Duca defunto, padre, tutore e marito, ad avermi profondamente commosso, un uomo che non ha avuto nulla dalla vita a parte forse un figlio che ama più di tutto, un uomo solo che ha subito le macabre conseguenze delle follie di una mente perversa che gli hanno distrutto l’intera esistenza.
Sono stati i personaggi secondari a costruire questo libro, un libro che io ho sinceramente molto apprezzato e che desidero consigliare.
Ovviamente si tratta di un giudizio personale e soggettivo e spero di avervi trasmesso le emozioni che mi hanno colta leggendolo.
Angy
Direttamente dalla scrivania di Angy:
Villaggio di Kilbridden, Scozia 1832
“…Una voce, che le ricordava molto quella di suo padre, bisbigliava nel vento forte: Non andare, Beatrice. Nessuna donna sensata cercherebbe lavoro lassù. Giravano molte voci sul castello di Crannoch.
Ma lei non aveva più la possibilità di scegliere…”
(da Educazione d’amore, Karen Ranney)
Beatrice Sinclair ha bisogno di un lavoro per sopravvivere, e non importa quante dicerie girino su quel castello arroccato lassù in alto, silente testimone della virulenta epidemia di colera che ha da poco sferzato il povero villaggio di Kilbridden.
Non importa che il rinomato Duca di Brechin, signore e padrone del vetusto castello, sia un viziato bambino di sette anni ben consapevole del proprio titolo e autoritario ai limiti della maleducazione.
Non importa neanche che il cugino del Duca, Devlen Gordon, sia un affascinante uomo d’affari dinnanzi cui le donne cadono in deliquio né, tantomeno, ha importanza che il tutore del Duca nonché padre di Devlen sia relegato su una sedia a rotelle e possieda un’insana bramosia nei confronti del titolo del giovane nipote.
Se poi si aggiungono alla piéce le sedicenti manie di persecuzione del giovane Duca, lo scenario non appare certo dei migliori per una giovane donna che ha perso tutto ed alla ricerca disperata di un lavoro.
Ma Beatrice accetta questo impiego perché non ha scelta.
Accetta perché inizia a sospettare che dietro l’arrogante Duca di Brechin si nasconde soltanto un ragazzino di sette anni spaventato e distrutto dalla morte improvvisa dei genitori lasciandolo in balìa di un tutore che pare più interessato alle pecore del ducato che al Duca in sé.
Un bambino investito anche troppo presto di responsabilità schiaccianti e che dimostra chiaramente come le sue affermazioni di tentati omicidi ai suoi danni non sono solo il frutto di semplici manie di persecuzione.
Accetta perché inizia a subire tutto il fascino di un uomo determinato ad ottenere sempre ciò che vuole, e stavolta Devlen Gordon brama proprio l’insignificante ma imprevedibile istitutrice del piccolo Duca.
Accetta perché è sola al mondo ed in quel castello ricolmo di bizzarrie, di misteri irrisolti e dove la fiducia risulta un bene prezioso, lei ritrova sé stessa e la voglia di continuare a vivere, di lottare per essa in nome di un amore che valicherà le convenzioni sociali, le differenze caratteriali e le controversie e che legherà indissolubilmente un Duca bambino, una istitutrice di umili origini ed un uomo di sangue blu con l’animo di un provetto industriale!
Uno stile armonico e curato giunge poi a condire una storia già di per sé intrigante, con dialoghi sferzanti e irresistibili che riescono ad alleggerire la narrazione.
Inoltre risulta interessante notare come questa volta si tratti di un racconto assolutamente non vuoto, un racconto ove la storia d’amore è certamente importante ma non l’unico perno su cui si centra: la vicenda di Robert, Duca di Brechin, è un elemento caratterizzante, i sentimenti del piccolo, l’atmosfera in cui è cresciuto, la maturità di un trentenne nel corpo di un bambino; il terribile rapporto che lega il tutore del Duca ad una moglie giovane, bella e innamorata del marito, ma da questi completamente ignorata; il conflittuale rapporto tra lo stesso tutore ed il figlio Devlen.
Ebbene, è proprio la figura di Cameron Gordon, fratello del Duca defunto, padre, tutore e marito, ad avermi profondamente commosso, un uomo che non ha avuto nulla dalla vita a parte forse un figlio che ama più di tutto, un uomo solo che ha subito le macabre conseguenze delle follie di una mente perversa che gli hanno distrutto l’intera esistenza.
Sono stati i personaggi secondari a costruire questo libro, un libro che io ho sinceramente molto apprezzato e che desidero consigliare.
Ovviamente si tratta di un giudizio personale e soggettivo e spero di avervi trasmesso le emozioni che mi hanno colta leggendolo.
Angy
sono molto felice di sentire pareri su questo libro, che come trama mi incuriosisce, ma, allo stesso tempo, mi spaventa...
RispondiEliminaGrazie e complimenti per la magnifica recensione!
Ciao Angy,
RispondiEliminacomplimenti per questa bocca di rosa, grazie a te riprenderò questo romanzo che avevo abbandonato dopo poche pagine.
Susa
Complimenti Angy per l'accuretezza della tua recensione...
RispondiEliminaQuesta volta però non concordo con te perchè questo è uno di quei romanzi che mi hanno profondamente intrigata,ma che mi hanno più delusa.
La storia d'amore come dici tu non è centrale e mi sembra poco incisiva...
I personaggi di contorno o sono pazzi o comunque hanno manie...
Non è riuscito a catturare la mia attenzione del tutto perchè mancano quei colpi di scene e quelle dichiarazioni d'amore frementi che lasciano emozioni tali da suscitare l'eco alla chiusura del libro...
Brava come al solito la nostra Angy, però stavolta non sono d'accordo... ne abbiamo parlato e Angy lo sa ^_^
RispondiEliminaAvevo moltissime aspettative per questo libro e invece.... sonno.
Non succede mai niente, per 200 pagine non succede nulla e, non parlo di scene di sesso che essendo un passione sinceramente mi aspettavo, ma proprio niente di niente in senso generale.
La storia tra i due protagonisti è giusto abbozzata per i due terzi del libro, lui si diverte, nelle rare occasioni in cui è al castello, ha descriverle cosa gli piacerebbe fare con lei, un'assurdità.
Il duca bambino mi stava davvero antipatico, avrebbe avuto bisogno di una bella ripassata.
Devo proprio dire che mi ha delusa e non poco.
Azzzzzzzzzzzzzz.... mò so proprio curiosa..... dei pareri così discordanti.... devo proprio leggere questo romanzo ^_*
RispondiEliminaComunque brava Angy bella recensione!
Brava Angy! Come sempre, bella recensione!!!
RispondiEliminaL'ho comprato perché me lo avevi consigliato e ne abbiamo già parlato in chat, quello che penso lo ha riassunto bene Eleonora. E' comunque un'opera prima per la scrittrice, credo, quindi vedremo in seguito...
ancora complimenti ciao Daniela C
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminauhhhhhhhh!
RispondiEliminaanche a me intriga quando i pareri sono discordanti!!!!!!!!!
Dopo aver letto questa recensione, ho deciso di riprendere in mano il romanzo...che avevo lasciato a metà...e mi sono ripromessa di finirlo!
RispondiEliminaNiente da fare...non riesco a digeririlo...trovo Beatrice fredda e distaccata...prima fa la suora poi decide di perdere la verginità...senza sentimento...senza emozioni...con razionalità...lucidità!
Non le piace l'amplesso...descritto in maniera poco sensuale a mio avviso...decide basta non ne vuol più sapere!
Non so a me ha dato l'impressione che la protagonista fosse una specie di robot scientifico in vena di sperimentare le emozioni umane!
Ormai sono alla fine del libro e lo finirò...ma non mi ha lasciato NULLA!
Vi siete accorte che i bambini nei romanzi sembrano sempre degli adulti????
Sarà che quelli che conosco io a sette sono dei piccoli mostri! :o/
Lady Akasha