La vita è strana e va a velocità tutte proprie.
Volevo scrivere questi miei pensieri sull’ultimo romanzo pubblicato di Viviana Giorgi (ma forse il primo scritto), un mese fa circa, quando ho letto il libro, ma il destino beffardo ha continuato a mettere ostacoli sulla mia strada. Magari ne nascerà un guadagno per l’obiettività critica, parlare di un romanzo a freddo dovrebbe accentuarne i punti di forza perché lascia nel lettore quello che davvero è stato indimenticabile.
Anni fa, quando ero davvero una pivella nella lettura del romance, mentre muovevo i miei primi passi nei blog di questo genere letterario, mi imbattei nel sito di una giovane autrice, o aspirante scrittrice se vogliamo, che offriva al pubblico un suo romanzo regency a puntate.
Si chiamava Georgette Grig.
Il nome de plume e lo stile erano un chiaro riferimento a una bravissima scrittrice di qualche tempo fa, ma ciò che più mi colpì fu la sottile ironia che permeava il romanzo, tanto accattivante e fresca e la caratterizzazione così particolare della protagonista. Tutto era studiato e non banale, anche i cliché scelti, che potevano richiamare un pubblico già esperto.
Qualche anno dopo ci siamo conosciute e oggi posso dire che la seguo più da amica che da fan, felice del suo successo e ne apprezzo ancora lo stile ironico e allegro.
Trama
Nel 2015 si è festeggiato l’ottantesimo anniversario di ‘Regency Buck’, considerato il primo romanzo storico ambientato durante il periodo della Reggenza (1811-1820): firmato da Georgette Heyer nel 1935, dava inizio a uno dei generi più popolari di tutti i tempi, il regency. Per celebrare quel romanzo e la sua autrice, Viviana Giorgi ha scritto per Emma Books un divertissement affettuoso che fin dal titolo riecheggia gli umori del genere e si ispira a quel mondo, all’apparenza popolato solo da duchi e conti e marchesi – spesso arroganti e libertini – e da ingenue debuttanti in cerca di marito o prede di cacciatori di dote. La Giorgi lo ripercorre a suo modo, con i toni ironici che caratterizzano la sua scrittura e cambiando un po’ le regole del gioco… In ‘Zitta e ferma, Miss Portland!’ ci sono, come è giusto che sia, un conte refrattario al matrimonio (addirittura due, per la verità); una giovane donna (Miss Portland, naturalmente) indifferente alle regole del ton e per nulla desiderosa di accasarsi; la season londinese in tutto il suo splendore e pure “un’estate da ricordare” (come direbbe Mary Balogh) nella campagna del Sussex. E infine, tra qualche scaramuccia, un duello mancato e un tentativo di fuga verso Gretna Green, l’immancabile happy ending.
Forse avevo troppe aspettative, oppure sto invecchiando e il ricordo sbiadito si è colorato troppo, ma ho trovato questa versione meno vivace di quella a puntate.
La protagonista, un’aspirante scrittrice del periodo regency, uno spirito libero e indipendente, con carattere e forza di volontà, era un’immagine all’avanguardia allora, ma molto più sfruttata di questi tempi. ha conservato la verve che ricordavo, come anche l’intreccio e gli altri personaggi, ma l’ironia e il ritmo allegro del racconto li ho riletti solo nei dialoghi. Le parti descrittive e quelle raccontate (queste ultime messe in evidenza anche dal corsivo), mi sono parse lente e forse troppo cariche.
I personaggi invece sono ancora vivi e la storia non l’ho dimenticata, anche dopo tanti giorni ed altre letture. Come ricordo ancora vivi i sorrisi che mi ha regalato questa lettura. I romanzi di Viviana mettono sempre tanta allegria e li adoro per questo.
Il titolo poi sono felicissima che non sia stato modificato. È perfetto! Ogni volta che lo leggo “rivedo” Thomas Maylon che glielo dice, e sorrido da sola!
Il percorso di maturazione forse è più del protagonista maschile che della cara Sophie, spigliata e indipendente sa per cosa lottare e come. Invece il conte deve imparare che se ama una donna di carattere, non può pretendere di sottometterla, né a se stesso né ai dettami della società, troppo restrittivi per chi è cresciuto in una certa libertà.
Spero ardentemente in un seguito per dare a Mark l’amore che merita e a Kate la giusta punizione ^___^
Grazie Libera per aver (ri)letto Miss Portland e per averlo recensito. Non è bello che, in un certo senso, la nostra strada nel mondo romance sia iniziata praticamente insieme e che Miss Portland ci abbia messo lo zampino, sino a farci diventare amiche? Io trovo la cosa bellissima (e senza retorica).
RispondiEliminaVenendo al romanzo, permettimi di rispondere con molta schiettezza alle tue perplessità.
Inizierò dicendo che i ricordi, così come l'erba del vicino è sempre più verde, di solito sono ammantati di un sapore particolare che sa un po' di nostalgia, di sorpresa, di "che bei tempi erano quelli". Insomma, i ricordi sono sempre molto più romantici del presente.
Poi ti dirò anche che leggere a puntate un romanzo decisamente lungo (era proprio un feuilleton) è più facile, nel senso che si è più inclini a superare certe prolissità e paragrafi poco utili all'economia della storia, anche perché lì per lì magari non ci si accorge neppure che sono ridondanti.
Ti dirò anche che il romanzo in questa nuova edizione l'ho tagliato di almeno 100.000 battute, che corrispondono a più di 50 cartelle (non so dire il n di pagine perché dipende dal lettore, ma in ogni caso sono ben più di 50) e che le parti in corsivo, dove tu avrai notato uso il punto di vista del narratore onnisciente, mi sono servite proprio per snellire il racconto e fare da trait d'union. Diciamo che è stato un po' un vezzo, da parte mia, usare uno stile così retrò e che, non essendoci più abituate, lettrici anche molto attente non ne hanno capito la funzione e l'omaggio che ci stava dietro (o forse non sono stata abbastanza brava io a restituirne il sapore).
In ogni caso, il romanzo è cambiato non nella trama né nello stile, a mio avviso, ma nella caratterizzazione di alcuni personaggi e in alcuni dialoghi che, spero, di aver reso più brillanti con battute nuove e con moltissimi colpi di forbice.
Spero di essere riuscita a spiegarti ciò che ho inteso fare.
In ogni caso, grazie di cuore per la recensione. E sarò sempre grata a Miss Portland per aver contribuito alla nostra amicizia.
Grazie anche June Ross per ospitarmi sempre nel suo blog.
Un abbraccio a te, a June e a tutte le bloggherine!
Viviana/Georgette
Mi sono appena accorta di non averti più risposto.
EliminaNon perché ci sia altro da chiarire, ma per ribadire quanto piacere faccia anche a me che Miss Portland ci abbia fatto conoscere e diventare amiche.
Un abbraccio
Un abbraccio che ricambio. Con tutto il cuore. :)
EliminaHo apprezzato molto la struttura di questo romanzo, sarò retrò pure io, ma non ho avuto nessuna difficoltà con gli inserti del narratore onnisciente, anzi li ho trovati godibilissimi e originali.
RispondiEliminaAmmetto che, verso la metà del romanzo, ho notato un calo di tensione, ma l'intera storia mi è piaciuta tanto e lo stile di Viviana era riconoscibilissimo, nei dialoghi soprattutto.
Per me sei stata brava Viv e l'omaggio si è visto benissimo!
Grazie Lucia! Sono felice che ti sia piaciuto.
RispondiEliminaUn abbraccio grande. E spero di vederti presto, sempre che qualcuno ci dia delle buone notizie su una certa manifestazione... :)
Oh, anch'io sono retrò, poi il legame con Georgette Grieg data dal tempo del "gatto rosso..." Cosa c'è di più delizioso?
RispondiEliminaCiao
Lucilla
Un bacio Lucilla.
EliminaGrazie per il commento. :)