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Polemica? Si, grazie

Chi pensa che leggere romanzi rosa sia una perdita di tempo, sbaglia di grosso!
Il fatto che, dopo 4 anni di vita, questo blog(cosi come tanti altri) ha ancora degli argomenti da ricavare dalle letture, la dice lunga!
Le nostre letture non sono sterili, anzi alimentano sempre delle nuove discussioni, e noi bloggers non possiamo che esserne contente: viva la polemica!
Ordunque, la nuova discussione si basa su delle domande che la nostra amica Anna rivolge a tutte noi. Ecco cosa scrive nei commenti alla recensione del romanzo della Hoyt(LINK):
Intanto i miei complimenti a Lucilla per il commento sul libro in questione Mentre leggevo ridevo come una matta. Io, il libruncolo l'ho letto e l'ho definito in un'unica maniera : scemo. Pero' mi chiedo e chiedo a voi. Nei secoli passati la donna era, come descrivono certi romance, frustrata sessualmente, bigotta e anche un po' cretina nella sua esagerata ingenuita' oppure donna di dubbia moralita' ( va bene cosi' ? ) e facente parte della serie do' cojo cojo come descritta da altri ? A me, infastidisce la prima come la seconda. Ma una via di mezzo proprio non esiste ? Un saluto a tutte Anna

In effetti queste domande fanno riflettere molto, soprattutto se considerate che i moderni romanzi sono scritte da donne. Eppure, la maggior parte delle volte l'eroina viene descritta come una mezza scema , piuttosto che una ragazza ingenua, o come una prostituta, piuttosto che una donna passionale. Difficilmente si trova un buon compromesso tra questi due ruoli. Voi che ne dite? Soprattutto, avete trovato una scrittrice che riesce a cogliere realmente la passione di una donna, senza comunque rilegarla a ruoli denigranti?


P.s. non vi scandalizzate per l'immagine, e' un nudo d'autore, precisamente di:
François Boucher-1751. Insomma, e' arte e non porno...bah! Cosi dicono :))


Juneross
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Commenti

  1. Una via di mezzo? molto difficile... ma qualche esempio c'è. Certo sta molto nella bravura dell'autrice mantenere il "giusto mezzo". Infatto citerò due autrici che, almeno per me, sono nell'olimpo per talento narrativo e coerenza storica: Mary Balogh e Ornella Albanese.

    Ho trovato stupenda Jane di "signora del suo cuore" che è schietta, sincera, accetta disinvoltamente i propri sentimenti e diventa l'amante appassionata ( e sottolineo amante) di Jocelyn, non apparendo neppure per un attimo una donna di facili costumi. Le scene di sesso sono state tra le più emozionante lette finora eppure mai e poi mai son risulate volgari. Ed ho ammirato molto la coerenza storica del romanzo, sottolineando, comunque, che lei è diventata "una donna da sposare" nel momento in cui si è scoperto il suo lignaggio.

    Se poi ripenso ai romanzi medioevali, possiamo dire che ci son fulgidi esempi di donne forti, intelligenti che assecondano la propria passionalità, ma senza mai sminuirsi. Un bell'esempio, letto recentemente, è "l'anello di ferro" della Albanese in cui la protagonista è favolosa (in tutti i sensi), è stimata, è sicura di sè, sa analizzare i suoi limiti e i suoi punti di forza e, quando arriva il momento si dimostra passionale, appassionata, innamorata ma mai stupida o... come posso dire... troppo disinibita. Mi ha regalato intense emozioni il rapporto tra i due, eppure non si può proprio affermare che l'autrice sia stata dettagliata nella descrizione delle scene di sesso ( e atntomeno volgare, assurda ridicola...). Che dire se non talento?

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  2. Davvero un ottimo spunto questo, Ross.
    Credo che spesso certi personaggi siano il risultato di un discutibile compromesso tra quello che si crede di sapere delle donne nell'antichità e il gusto moderno.
    Ossia, c'è un confuso convincimento che la donna, nelle epoche passate, fosse tenuta alla sottomissione, ma si ritiene che le lettrici moderne non accetterebbero di leggere di simili comportamenti, che verrebbero visti come ingiustizie sociali.
    Ciò denota una doppia ignoranza da parte delle autrici, sia perchè il "secondo posto" della donna rispetto all'uomo presentava moltissime sfaccettature (e un sacco di eccezioni!), sia perchè tratta noi lettrici da sempliciotte, da donnette che hanno bisogno di una riadattatura della realtà per comprare libri.
    Personalmente, mi da molto fastidio leggere forzature tipo la ragazzotta del Medioevo che impara dal padre a maneggiare le armi, o l'eroina vittoriana che se ne va in giro senza chaperon: sono, ripeto, inesattezze, anche gravi; può non piacere, ma la realtà, spesso (non sempre) era un'altra e noi lettrici che non siamo sprovvedute lo sappiamo.
    Ciao
    Lucilla

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  3. P.S.
    esempi di accuratezza storica e buon gusto? Oltre alla già citata Albanese si potrebbe ricordare Roberta Ciuffi oppure la stessa Schone, un pò forte ma fedele alla realtà.
    Lucilla

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  4. ps
    ovviamente non penso che la letteratura rosa sia di serie B, ma che siano alcuni libri, rispetto ad altri, stilisticamente più emozionanti e più meritevoli. Naturalmente se son storicamente documentati, ci guadagnano pure in coerenza e quindi migliori.
    Giusto per precisare dicendo quella che può sembrare una banalità, ma non lo è affatto.

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  5. ancora una cosa... Ross ha innescato una bomba solleticando le mie cellule cerebrali...

    Che dire di "Isabella per sempre"? fedeltà storica, che talvolta può essere scambiata per credultà, eroe duro caparbio e degno del suo tempo. Ed un'eroina FANTASTICA, forte e fragile allo stesso tempo, femmminile, ma disposta a tutto per difendere la propria famiglia.
    Un altro ottimo esempio!

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  6. Proprio così, Noco! Un'eroina medievale deve essere figlia legittima del suo tempo, non progenie spuria del nostro tempo.
    Ah, Ross, non scandalizzarti per il dipinto osè, almeno è bello e non volgare; in certi casi invece, l'alibi dell'arte è meglio .... metterlo da parte.
    Lucilla

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  7. Una via di mezzo? Molto difficile da trovare nelle scrittrici più contemporanee. Non perché siano delle incapaci tout court, ma perché cercano di rispondere alle esigenze e ai desideri del loro pubblico (solo in parte costituito da italiani). Forse la Balogh, è vero.

    Credo fosse molto brava a rendere l'idea della donna della della fine del Settecento e del periodo regency Georgette Heyer. Penso a The convenient marriage e a Cotillion: tra l'uno e l'altro si ritrovano l'ingenua diciasettenne che sposa un uomo molto più grande di lei e inevitabilmente più esperto nella vita, l'amante, la persona che a causa della posizione sociale non potrebbe che divenire una mantenuta, la ragazza allevata come una gentildonna, ma dal passato oscuro...

    Anche la Childe era piuttosto brava a caratterizzare i propri personaggi femminili. Certo una capacità che le veniva dagli studi di letteratura inglese dell'epoca, di cui tendeva a riprodurre lo stile.

    Una nota sulla bellissima immagine: trattasi del ritratto di Marie-Louise O'Murphy, una delle amanti di Luigi XV.

    Ludo.

    RispondiElimina
  8. Oddio, Ross, e' la prima volta che delle mie parole su un blog innescano scambi di idee cosi' interessanti. Ti ringrazio. Ho letto i precedenti commenti e ho detto : Capperi, che brave queste ragazze del blog. Come dici tu, noi lettrici del romance siamo spesso additate come persone un po' scemotte, che non sanno distinguere un genere letterario da un altro e che vivono costantemente sulla luna. Persone che la pensate cosi' ??? Toh, beccatevi questo. Concordo che le nostre autrici descrivono forse meglio di molte altre la realta dell'epoca di ambientazione dei loro scritti e che le loro protagoniste risultano piu' vere. Inutile ripetere i nomi . Ho letto il libro della Johnson che mi avevi consigliato e l'ho trovato bello e la sua protagonista assolutamente adatta all'epoca di fine Ottocento. Quello che mi scoccia, da vecchia femminista, e' l'idea idiota di certe autrici di romance che descrivono le donne come macchiette stereotipate ( per vendere di piu' ? ).Una volta scema come Lucia ( Il personaggio dei Promessi Sposi che ho odiato di piu' ) un'altra come una specie di Messalina (anche lei figlia dei suoi tempi ? ) che appena vede un maschio non sa piu' dove mettere le mani.Siamo molto piu' complesse. Siamo qualcosa di piu'. Un saluto a tutte Anna

    RispondiElimina
  9. @Anna: Povera Lucia Mondella! Anche a mia mamma e molte mie amiche l'hanno sempre giudicata scema o, quantomeno, antipatica. Credo, invece, che fosse un buon personaggio e ben caratterizzato, tenendo conto che era una giovane donna, umile e ignorante (= priva di istruzione) della campagna lombarda del Seicento.
    Ludo.

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  10. Ma, sapete cosa? Guardando questo ritratto meglio, mi pare un po' zozzo, se poi come ci ha detto Ludo, e' l'amante di Luigi...mumble....
    A prposito di autrici che sanno ricreare i personaggi, avete menzionato la Schone. Ricordate che in Lezioni di piacere, l'eroina non era mai stata baciata dal marito, ne tanto meno aveva visto un uomo nudo? Era un' esasperazione, secondo voi, solo per creare un'atmosfera erotica?

    RispondiElimina
  11. Assolutamente D'accordo Ludo. Lucia era quella, Solo che delle volte mentre leggevo dicevo : Madonna mia ma datte una mossa, svegliati ! Mi sembrava esagerata anche per quell'epoca. Ma quando l'ho letto erano gia' i primi anni del 1970 e allora avevamo poca pazienza. O tutto o niente. Anna

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  12. Ross, a proposito della Schone, non credo che esageri: in epoca vittoriana la difesa ad oltranza del pudore era esasperata, anche nel talamo coniugale non ci si denudava mai e tutto avveniva preferibilmente in maniera veloce e al buio; almeno questo raccomandava la decenza.
    I baci alla francese erano roba da prostitute, anche se immagino che non fossero così sconosciuti.
    Era possibile sì, che una donna partorisse dei figli ma non fosse mai stata baciata: in fin dei conti, il matrimonio in molti casi era solo un contratto, mica l'incontro di due anime gemelle! Ovvamente, esistevano le eccezioni, non si può mai generalizzare. Ma chi pensava troppo all'amore romantico era etichettato come persona sventata e non con i piedi per terra.
    P.S. Lucia Mondella pareva un pò eccessiva anche a me, ma perfettamente in linea con il suo tempo e il suo status.
    Lucilla

    RispondiElimina
  13. Vista la scarsa voglia di lavorare (veramente il problema è che dovrei scrivere una scena di sesso, ma come si fa con il pupo malato in casa?) approfitto per commentare un argomento che trovo molto interessante. Io comincio a trovare irritante l'eroina in stile regency. Ne esiste una che sia analfabeta? O che affermi di preferire un ballo a un libro? No, sono tutte super lettrici, in genere incontrano il loro eroe in biblioteca mentre stanno cercando qualche testo mooolto intellettuale che gli strappa un lampo stupito nello sguardo... Ce n'è forse una che preferisca la vita mondana a quella della campagna? Macché, bramano tutte il silenzio e la pace dei verdi pascoli... della tenuta del riccone. Frivolezze? Niente da fare. Nessuna ammetterà mai di essere disposta a scambiare il libro di preghiere con un cappellino o un merletto. A me fanno venire voglia di strozzarle. Perfino quando sono io a scriverne... In questi personaggi non c'è mai una crescita emotiva, un'evoluzione. Forse perché in questo modo sono più rassicuranti, non rischiano di creare sentimenti contrastanti. In Precious Jewell, della Balogh, la prot è una prostituta, ma è talmente perfetta che... quasi non ce se ne accorge. Sembra caduta in quella situazione dal cielo, senza esserne minimamente intaccata. E senza disturbare troppo la lettrice...
    Roberta Ciuffi

    RispondiElimina
  14. Auguri di pronta guarigione per il pupo malato.
    E' un problema diffuso: le protagoniste non sono fedeli ritratti delle giovani donne dell'epoca regency, ma ragazze moderne prese di peso dal 21° secolo e trasportate indietro nel tempo. Questo perchè si ritiene che la mentalità di quell'epoca non verrebbe condivisa dalle lettrici moderne. Ma nessuna di noi ha l'anello al naso, possiamo criticare quel modo di vivere finchè si vuole, ma sappiamo che quello era lo stile di vita.
    Semmai sono le autrici che modernizzano troppo le proprie eroine: vorrei davvero vederla, una che si dà da fare per trovare marito, com'era obbligatorio, anzi imperativo, in quel periodo. Un pò di verosimiglianza ci vuole.
    Ciao
    Lucilla

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  15. Chi ha il pupo malato?
    cara lucilla, siamo certi che le lettrici accetterebbero un'eroina che rispecchi la sua epoca? Il dubbio mi e' venuto proprio leggendo il tuo commento, infatti come si spiega che le eroine oche della kleypass piacciono? Ma anche gli eroi, sono tutti alcolizzati, ma nessuno ha la pancia... E va beh, come ho scritto in un articolo per la romance magazine, i romance si leggono con il cuore....

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  16. Bè, lord Rochester era brutto ma molto affascinante; ed era anche un bel pò egoista....
    E le eroine di Jane Austen? Okey, più intelligenti della media del loro status, ma vere figlie del loro tempo.
    Le oche della Kleipas, però, all'inizio sono così, poi, di colpo, maturano. Non so, era solo la mia opinione, la mia mente è aperta.
    Lucilla

    RispondiElimina
  17. @Lucilla Jane Austen e Charlotte Bronte non scrivevano romanzi d'amore, bensì romanzi realisti con protagoniste femminili. Che poi, ai nostri occhi, siano riconducibili anche al genere romance, è un'altra questione. La Austen, in un certo senso, era anche la meno romantica (in senso ottocentesco) dei suoi contemporanei scrittori.

    Ripeto: una certa varietà nella caratterizzazione si può ancora trovare nella Heyer, ma il romanticismo è meno palpabile che nei romance odierni e la passione è lasciata all'immaginazione del lettore.

    @Juneross In un certo senso, condivido: eroi ed eroine del romanzo contemporaneo sono costruiti per risultare amichevoli al lettore contemporaneo che, forse, non apprezzerebbe certi aspetti della cultura e della società passate.

    Ludo.

    RispondiElimina

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