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LA LETTRICE PUO' GIUDICARE?


Sono una consumatrice di libri da tanto, oramai; inconsapevole prima, ma, da qualche tempo, tre o quattro anni, più cosciente della sostanza di ciò che leggo. In special modo da quando sono entrata a far parte del mondo variegato di Internet, dei suoi blog di lettura e di Facebook.
Mi sono dilettata anche nello scrivere e ho capito che non ho e, credo, mai potrò essere invasa, dal “sacro foco” che anima gli scrittori veri. A essere sincera, non sento di averne neppure le basi. Perciò, gioite mie ipotetiche lettrici, sono e resterò sempre l’utente finale del prodotto “libro” o “ebook” che dir si voglia.
Come lettrice, quindi, sono autorizzata a “criticare” un romanzo o un racconto? Me lo posso permettere o non ne ho la qualifica?
Innanzitutto, questo strano oggetto me lo sono acquistato e se, a mio parere, ho preso una sòla perché reputo il testo scritto male, ho il sacrosanto diritto di poterlo dire.
E sul "criticare" o "recensire", nascono alcune considerazioni.

IL GUSTO. Ciascuna lettrice ha i suoi gusti. Per esempio, a me piacciono le storie passionali, erotiche al limite del porno, personaggi caratterialmente forti, con un protagonista Alpha coraggioso, testardo, impetuoso, una protagonista volitiva e non melensa, o, comunque, con una sua evoluzione, possibilmente progressiva.
Il gusto è soggettivo e non può MAI essere una critica a un’opera. Posso decidere se comprare o no, leggere o no, un libro, ma se è scritto bene, non posso giudicarlo negativamente perché non ha incontrato le mie preferenze.

ERRORI NEL TESTO. Qui, il discorso si fa difficile. Non sempre, una lettrice, è in grado di cogliere ciò che le fa dire: questa storia non mi è piaciuta. Fatto sta che, da “usufruitrice inconsapevole” alcune letture, mi annoiavano, in alcune parti perdevo il senso del testo, dovevo tornare indietro, frastornata perché non riuscivo a capire chi, in quel momento, stesse “parlando”. Era il mio gusto? NO!
Nel momento in cui ho iniziato a scrivere un raccontino ino ino, ho cominciato a studiare qualche prontuario e a capire le motivazioni dietro al non gradimento di una storia. Diamo per scontato che il romanzo abbia l’idea vincente, ma al di là di questo, della trama e dello sviluppo, vi sono delle regole “oggettive” che, se non seguite, possono determinare l'insuccesso o l'illeggibilità dello stesso.
Tra tante cose ne cito alcune, per me importanti:
PUNTO DI VISTA. Una bestiaccia difficilissima da comprendere e da usare: è il modo in cui il lettore si immedesima. I principali sono: prima persona singolare, terza persona singolare e narratore universale. Non voglio insegnare niente a nessuno, ma se utilizzato in maniera errata confonderà chi legge e non gli permetterà di proseguire in maniera scorrevole.
INFODUMP. Fornire, a profusione, informazioni al lettore, tutte e subito: sul momento storico, sull'ambiente, sulla vita dei personaggi, ecc. ecc. Sbagliatissimo se utilizzato nei dialoghi tra conoscenti. Annoia a morte.

ERRORI STORICI. Qui non c'è nulla da dire, un poco di storia ce la siamo studiata tutti. Cavolo, non si può mica prendere in giro la lettrice! Al limite, visto che i Romance sono storie di fantasia, ce se ne può discostare, ma per cortesia, care scrittrici, mettete un appuntino a fine libro, altrimenti, noi lettrici, potremmo pensare che siete somare (senza offesa per nessuno).

PAROLE RIPETUTE. Che nervoso! A volte le  troviamo nella stessa frase più volte, ma danno fastidio anche ripetute nell'intero capitolo. Quel giorno Lullibi chiese a quella strega della Ross, che cosa fosse quella strana cosa in quel di Vattelappesca.

In più, cosa che io aborro, perciò gusto personale, l’uso eccessivo del “misunderstanding”, equivoci a profusione, silenzi tra protagonisti, pensieri mai espressi, io dico rosso tu intendi giallo...LINK

In sintesi, il succo del discorso è: la lettrice spesso non conosce il meccanismo che sta dietro un libro, ma se la storia non le è piaciuta e non sa spiegare il perché, può darsi che non sia solo questione di gusto, ma, forse perché, nella stessa, vi sono delle falle.


Lullibi

Commenti

  1. Oh (esprimo stupore)!
    Oggi si va sul tecnico... complimenti Lulli cara, mi sa che comincerò a chiamarti "Prof"!

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  2. No, cara Noco, non mi ci sento proprio Prof e neppure ne conosco tanto, ma qualcosina sì, questo post è per far capire che, forse, qualche conoscenza l'abbiamo anche noi lettrici...

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  3. Molto interessante! Seguirò i consigli di una lettrice "consumata" come te per migliorare nella scrittura :) grazie ��

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  4. Brava Lulli! In parole semplici hai spiegato due concetti tecnici difficili e anche molto importanti. A parte il “misunderstanding” (e le altre questioni di gusto) la linea tra il "non mi piace" e "il prodotto non è valido" secondo me si può spesso demarcare con un bel pennarello a tratto doppio!
    L'italiano è una lingua ricca, complessa e sfaccettata, bisogna studiarlo bene e senza smettere mai, per produrre scritti degni di essere letti!

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  5. E brava Lullibi, questa spiegazione cade proprio a puntino! Infatti moltissime volte il libro letto, pur avendo tutti gli ingredienti per piacermi, mi lascia indifferente....
    Assolutamente da condividere la faccenda dell'infodump, roba da far digrignare i denti. Non solo nei dialoghi, è stridente anche quando si leggono le saghe e l'autrice fa il mini riassunto della puntata precedente. Assolutamente da pollice verso! Per gli errori di grammatica e storici.... Bè, se anche dopo essere stato corretto dall'editor il libro mantiene tali errori, è veramente triste: gli strafalcioni grammaticali sono un insulto per chi compra mettendoci i propri soldi, ma anche lo stravolgimento storico non è piacevole: o scrivi un fantasy o studi e ti documenti, non basta dire "mi sono presa qualche licenza" (!)

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  6. Lullibi, mi fa piacere leggere questo tuo post, perché dà vari spunti di riflessione.
    In primis: "La lettrice può giudicare?"... ma certo! Esprime un giudizio in base ai propri gusti personali... nulla da dire.
    Il verbo "criticare" ha però un'accezione negativa... dire criticare sembra che ci sia una sorta di prevenzione o un certo desiderio di demolire. Quindi è un verbo che eviterei.
    "Fare una critica" o una "recensione" sono cose diverse dal criticare o giudicare. Per le prime occorre un minimo di competenze tecniche; come dicevo in altri commenti, occorre entrare nel testo e analizzarlo a livello contenutistico e linguistico. E queste competenze tecniche la maggior parte delle lettrici non le possiede.

    Per cui il giudizio di una lettrice, a mio parere, può servire ad altre lettrice e alle scrittrici nella misura in cui queste vengono a conoscenza di quelli che sono i "gusti" del pubblico.

    Se posso infine fare un appunto sul genere "Romance" (e i suoi sottogeneri)... come tutti i generi ben definiti la ricetta di base è sempre la stessa, per questo, gira e rigira, le trame sono sempre quelle, trite e ritrite.... ma chi legge questo genere sa che è così e non dovrebbe aspettarsi altro. Se cerca una storia d'amore con uno spessore maggiore o con un'analisi psicologica maggiore non deve leggere il "Romance", dovrebbe leggere narrativa contemporanea (o passata).
    All'interno del "Romance" ci sono autrici che scrivono meglio di altre, questo sì... e per "scritto meglio" si intende che la prosa è fluida e coinvolgente, che inizi a leggere e fai fatica a staccarti, che le descrizioni di ambiente o di sentimenti le leggi parola per parola e non le salti piè pari per riagganciarti alla trama per vedere solo come va a finire.

    Per le "storie passionali erotiche al limite del porno" la cosa è un po' diversa, ma magari ne parleremo in altra occasione.

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    1. E se la lettrice ha qualche competenza tecnica? (come Lullibi stessa direi) Può permettersi di dare un giudizio critico? (oltre quello soggettivo relativo al gusto personale)

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    2. Altro che sì!
      Avere il giudizio di una lettrice forte con competenze tecniche è il massimo!

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    3. Cara Elisa, il post vuole essere una considerazione rivolta alle scrittrici. Quello che voglio intendere è: non sarebbe meglio, per le autrici, porsi delle domande quando un proprio lavoro non piace? Anche se la "critica" non è stata fatta da un esperto?
      Per "critica" io intendo: studio del testo e conseguente analisi positiva o negativa.
      Se sbalio corriggetemi

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    4. Lulli tesoro per ora non hai sbagliato, nel caso ti corriggeremo repentinamente :-P

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    5. Ma certo, Lullibi. Se una lettrice dice che non le piace ciò che ho scritto, delle domande me le faccio, in particolare se questo non mi piace viene motivato.
      Però poi, se una mi dice, per esempio, questo testo scritto in prima persona non mi piace perché sembra troppo autobiografico ecc. ecc. (faccio un esempio banale)... beh, qui ho poco da domandarmi come scrittrice. E' un commento che non vuol dire nulla.

      Un testo è sempre e solo UN testo, cioè uno degli infiniti e possibili testi che si potrebbero scrivere. Se l'autrice ha scelto un determinato stile, linguaggio, trama, punto di vista, contesto, storia, ecc. ci sarà un motivo.
      Ciò che conta prima di tutto è la coerenza del testo e nel testo. E anche, molto importante, la fedeltà allo scopo. Se un testo ha come scopo di far riflettere, non gli si può chiedere evasione, così come a un testo di evasione non gli si può chiedere troppo spessore.

      E' una questione di equilibri (precari, spesse volte).

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    6. spero di non pasticciare perché ho connessione ballerina. Scrivo e pubblico da più di vent'anni. Trovo un commento negativo, ci sto male, per un po' (un giorno al massimo) do della str..etta all'autrice, poi mi passa. rileggo quanto ho scritto cercando di scoprire cosa non va, a volte lo trovo altre no. Trovo un commento positivo (capita) dopo un giorno di farfalle nello stomaco, metto le farfalle e la gloria in cantina e ricomincio a lavorare. P.S.: scusate la str...etta, ma se dobbiamo essere sincere, è meglio esserlo al 100%. maria masella (oggi ho ricordato di firmare, alleluia!)

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    7. Ma di chi stai parlando?
      Io, sinceramente, con i vostri "precedenti" non ho nulla a che vedere.

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    8. Io credo che i commenti delle lettrici siano preziosi, e quando sono inesperte a volte lo sono anche di più. Quello che vogliamo è che i nostri libri suscitino emozioni, una collega esperta ci potrà dire come migliorarli perché siano più efficaci, ma solo una lettrice ci potrà parlare davvero di quelle emozioni. Detto questo, chi ritiene che i commenti delle lettrici non contino, ignorerà anche tutti quelli positivi che riceve, giusto? O i commenti delle lettrici vanno bene solo se sono complimenti? Ciascun autore sceglie come relazionarsi con il suo pubblico, ci mancherebbe, ma che sia coerente, però!

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  7. Eh, ma altro che lettrice, qui, i tuoi sono commenti da esperta, quasi da editor! Sarà perché ho esordito da poco, ma io sono avida di commenti dei lettori, mi sento come una madre che sbircia nel diario del figlio per sapere che cosa fa quando non è con lei! Posso essere d'accordo o meno, perché appunto a volte è questione di gusti, ma che ci piaccia o no, i nostri libri prendono vita solo davanti agli occhi dei lettori, e quindi vedere con i loro occhi è prezioso!

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  8. Scusami, Elisa, ma, con tutto il rispetto, non sono del tutto d'accordo. Fai una distinzione fra critica e gusto personale e questo è più che giusto, non tutti possono trovare bello il tal libro; ma credo che sia eccessivo affermare che non tutte le lettrici possiedano gli strumenti tecnici per giudicare. Lullibi è la prova che in molti casi è vero il contrario. Non siamo più nell'era dei fotoromanzi in banco e nero, il solo fatto di amare la lettura significa crescere continuamente, per cui anche la classica casalinga di Voghera può essere in grado di rilevare errori e difetti di un romanzo. Ma, come dici anche tu, il segreto sta nel non fare di ogni erba un fascio.
    Quanto all'impianto dei romance, è verissimo che sia sempre uguale, lui, lei, l'altro, l'amore contrastato e un po' di contorno vario. Ma quanti capolavori sono nati da questi tritissimi temi? Lo so, se si cerca altro ci sono sempre i classici, ma senza scomodare grossi nomi ci sono autrici che sanno coinvolgere proprio perché sanno scrivere e hanno fantasia. Perciò trovo che Lullibi abbia ragione, al di lá del gusto personale trovo che se un lavoro non piace perché oggettivamente non funziona lo si debba poter dire. Se vado in un ristorante e mi viene servito un piatto mal cucinato non dovrei protestare? Io credo di sì, anche se a prepararlo è un cuoco rinomato. Per lui è lavoro, ma io sono un cliente pagante, quindi giudico. O no?

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  9. Ragazze, capisco che voi siete un gruppo coeso che sta insieme da anni e che vi sosteniate a vicenda, ma non considerate i miei commenti come critiche all'autrice del post, perché non è questo il mio intento.
    "Non tutte le lettrici possiedono gli strumenti tecnici per giudicare" questo è un dato di fatto. Che poi Lullibi li abbia, ben venga!

    Inoltre, in un blog di difensori dei lettori, ci dovrà pur essere un difensore degli scrittori :-D
    Se i lettori, giustamente, hanno il diritto di protestare se il prodotto acquistato non è pari... non alle aspettative, ma a ciò che le hanno detto al momento della vendita... anche gli scrittori dovrebbero avere il diritto di ricevere giudizi con un certo fondamento e valore.
    E con questo non sto dicendo che Lullibi non lo faccia... voglio solo sottolineare un principio generale.

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    1. "Ragazze, capisco che voi siete un gruppo coeso che sta insieme da anni e che vi sosteniate a vicenda" questa affermazione mette in dubbio che le mie risposte siano sincere, scusa ma se non fossi d'accordo con Lullibi, non avrei nessun problema a dirlo. Non sarebbe neanche la prima volta. Proprio perchè sei nuova non hai ben chiaro che in questo Blog ognuna esprime il suo parere, a prescindere dall'essere coesi o meno. Non ho ben chiaro il tuo concetto di amicizia, nel mio non c'è scritto da nessuna parte che devo fare la leccaculo con nessuno. Anzi, la considero una gravissima mancanza di rispetto.

      Ora, spero che il tuo prossimo commento non sarà il solito: dato che non sono d'accordo con voi, vi siete coalizzate contro di me. Questo è il solito blog fascista. Ti prego sorprendimi, perché sinceramente sono stanca di avere a che fare con certe pusillanimi senza palle.

      Chi è convinta delle proprie idee deve avere anche il coraggio di esporle e combattere per esse. ^^

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  10. Bene visto che i difensori dei lettori ci sono, quelli degli scrittori stanno arrivando, io voglio difendere i libri, anzi il "romance".
    Mi sono stancata di sentire/leggere che è un genere leggero e che se vogliamo qualcosa di più impegnato c'è altro, di più colto e più aulico... BASTA!
    Il romance è un genere letterario antico, rinomato e prezioso. Riesce a coinvolgere l'intelletto del lettore a più livelli: razionale ed emotivo. E soprattutto sa raggiungere tutti, a prescindere dal ceto, dalla preparazione scolastica e non, dalla cultura e via dicendo. È tanto vasto da avere miriadi di sottogeneri, per soddisfare ogni gusto.
    E sforna scrittori/scrittrici con gli attributi!
    Ovviamente quando hanno talento e preparazione!
    Io leggo anche altro, anzi debbo dire che la mia esperienza di lettrice romance è relativamente breve (solo 10 anni su 38), però tra le migliaia di libri/racconti/ebook letti posso dire di aver trovato delle vere chicche!
    Un esempio su tanti, perché mostra come un'autrice può scrivere romanzi rosa, anzi erotici, con una prosa eccellente e toccando temi importanti, è la Schone. Che tanto scompiglio ha apportato al mondo delle lettrici romantiche italiane, spezzandolo in due: chi la acclama e chi la odia.

    La lettura è, e deve sempre essere, arricchimento per tutti. Quindi scrivere bene, rispettando l'ambientazione storico-sociale e la nostra amata lingua, deve essere la prima regola di ogni autore, esordiente, emergente o affermato, cercando di sollevare il livello del genere letterario scelto e non affossandolo!

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    1. Lo so, Libera è amica mia, lo so sembra che siamo una setta, ma che ci posso fare se sono d'accordo con lei?

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    2. E' quasi un miracolo. Tutte e tre d'accordo su un punto. Non riesco quasi a crederci! O_O

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    3. Segna la data!
      Credo sia tanto fondamentale come pensiero che non potremmo neanche discutere altrimenti!

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  11. Ok, Elisa, abbiamo capito che il tuo discorso non era riferito a Lullibi, ma anche il nostro punto di vista non è quello di esser libere di massacrare le autrici, quanto piuttosto la libertà di critica; secondo quello che sostieni, "non tutte le lettrici possiedono gli strumenti tecnici per giudicare". D'accordo, alcune non li possiedono. Forse molte non li possiedono. Ma molte lettrici sono persone di cultura, che forse non hanno studiato le regole preposte alla stesura di un romanzo ma proprio per esperienza sono in grado almeno di percepire incongruenze, scarsa cura nella scrittura, periodi sconclusionati. Se si parte dal presupposto che molte lettrici non sappiano giudicare un romanzo dal punto di vista tecnico, perché scrivere un romanzo? Per farsi lodare da qualcuno che non ha gli strumenti per capirne il valore o il disvalore? Capisco che le critiche facciano male, ma molte li accettano proprio come strumento di crescita professionale. Altrimenti si creerebbe una casta degli scrittori e mi sembra che di caste ce ne siano già abbastanza.

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. come lettrice vorrei dire: per me che il mestiere dello scrittore non lo pratico, tutte le questioni tecniche che riguardano il costrutto del libro sono solo la forma che riesce a rendere una trama credibile bella emozionante e interessante... dire che se non si hanno conoscenze tecniche non si può commentare un romanzo è risibile.... lo scrittore non è un chirurgo o un ingegnere che ottemperando le regole ottiene un risultato.... il risultato è l'emozione e il ricordo che lascia con la sua opera...

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  14. Non so che altro dire... io non sono una lettrice onnivora, anzi, sono anche una pessima lettrice, a dire il vero, perché leggo pochi e selezionatissimi libri. Non resto mai, mai, delusa di ciò che leggo, perché prima di acquistare o prendere un libro in prestito dalla biblioteca, lo soppeso a lungo. Non mi interessa che sia il best-seller del momento e che tutti lo stanno leggendo e che tutti ne parlano... se non mi attira il tema non lo leggo (sono molto asociale in questo).
    I libri, per me, e la lettura sono un incontro, un incontro con l'autore e un incontro con i personaggi della storia.

    Per fare un paragone....se a vent'anni potevo saltellare di persona in persona perché ero affamata di conoscenze e ogni conoscenza (buona o cattiva che fosse) entrava nel mio bagaglio personale, dopo i quarant'anni sono molto più esigente e non voglio più perdere tempo con persone che so o capisco non mi daranno più di tanto.
    Così è per la lettura... sono molto selettiva e non resto mai delusa. I libri che scelgo di leggere so che mi piaceranno e così è.

    Ma ripeto, io sono una pessima lettrice.

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  15. Non è questione di essere pessime lettrici, la lettrice non è mai pessima, semmai è esigente, com'è suo diritto. Evitare dei libri per partito preso vuol dire mettersi alla pari di chi snobba il rosa ritenendolo buono solo per casalinghe frustrate e semianalfabeta. Qui ognuna di noi conosce i classici, maneggia Jane Austen e padroneggia Dante, ma umilmente ci accostiamo un pò a tutto, per curiosità e per amore di lettura. Perché leggere sempre e solo classici, diciamocelo, alla lunga annoia. Come annoia accontentarsi di solo romance. Ogni libro è un mondo che si apre davanti a noi, solo dopo la lettura possiamo dire che piace o no. Ma non vedo perché privarsene a priori.

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    1. Lucilla,
      ho letto pochissimi dei cosiddetti "classici".
      Non mi interessa la diatriba tra intellettualoidi snob (ovviamente di Sinistra) e la "gente del popolo" che legge robaccia. Io sento di non appartenere né all'una né all'altra categoria.
      Non mi privo di letture a priori... aspetto semplicemente che il libro "mi chiami", cioè che scocchi la scintilla, attendo che il mio percorso personale mi porti a desiderare di leggere un determinato libro, un determinato autore. Ho letto libri 6-7-10 anni dopo che sono stati ai vertici delle classifiche.
      Leggo qualcosa quando sento il bisogno di leggerlo e quando sento questo bisogno e lo leggo non ne resto mai delusa.
      Ma questa è solamente la mia personalissima visione delle cose, non voglio insegnare a nessuno come scegliere le letture, sia chiaro.

      Magari c'è qualcuna qui che la pensa come me e magari semplicemente non lo dice. :-)

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    2. Sinceramente non credo. Almeno non penso che qui ci siano lettrici che non siano onnivore o compulsive :-P
      Diciamo che è una mania che ci accomuna e ci lega, anche quando discutiamo per i pareri opposti sullo stesso libro letto!

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    3. Elisa, non sono certo un'intellettuale, nè ho mai preteso di esserlo. Condivido anch'io il concetto di "chiamata" del libro a guisa di campanellino; quello che probabilmente ha dato fuoco alle polveri, qui, è stato un certo aspetto del tuo modo di porti, quel tuo ammettere solo a denti stretti che una lettrice possa giudicare il contenuto di un libro al di lá del gusto personale. Voglio credere che l'intenzione fosse buona, ma ammetterai che sostenere la mancanza nelle lettrici di conoscenze tecniche atte a giudicare equivalesse ad una larvata accusa di incompetenza.... L'offesa è sempre dietro l'angolo. Poi, ogni opinione è degna di essere espressa

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    4. Lucilla, ho avuto varie lettrice dei miei testi, perché mi interessa sapere quale reazione potevano suscitare. Erano lettrici di cultura media e anche di cultura alta. Tutte hanno espresso pareri positivi. Quindi non sono una che si porta dentro "ferite di incomprensioni", assolutamente.

      Ma in quanto alla profondità di analisi e all'utilità dell'analisi devo dire che sono state un po' carenti. Ma non è una colpa, è semplicemente un limite.
      Solo tre delle mie lettrici (le quali sono state da me esplicitamente sollecitate a farlo) sono entrate veramente nella struttura del testo, segnalandomi alcune lacune, saldi temporali, sviste grammaticali e refusi. Queste sono state le critiche più apprezzate da me, proprio perché le più utili per poter effettivamente migliorare il mio testo.

      Questo è quanto, il resto sono chiacchiere.
      E ovviamente, se qualcuna di voi ha voglia di leggere in modo critico qualche mio scritto ben volentieri mi sottopongo all'analisi e al giudizio.

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    5. Se non ti fa paura una critica e un'analisi approfondita, manda pure. Leggo volentieri!
      Resta tutto privato ovviamente, ma spedisci solo se non ti offendi!

      Cercami su FB così è più facile ;)

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    6. Elisa, una domanda: dove trovo le tue pubblicazioni? Mi hai incuriosito e vorrei leggere qualcosa di tuo. ^^

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  16. Scusate... quando è iniziata la guerra tra lettori e scrittori?

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    1. C'è una guerra? Non mi sembra. Però è da parecchio tempo che le lettrici vengono sottovalutate, io ho solo dato voce a un mio pensiero, ma ho visto che anche altre ne hanno di simili

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    2. Elena, tu arrivi sempre alla fine come le iene a saccheggiare i cadaveri. Certo che c'è una guerra. Sei con noi o contro di noi. Occhio a come rispondi, che alla prossima gnokkata ti do il tormento! PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
      :D

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    3. Elena tu che stai in mezzo (come me e Giusy) rischi di prendere cannonate da ogni parte :-P

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    4. Mi ricorda qualcosa.... La Battaglia delle Dame!

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    5. ihihih... ci avevo pensato anche io

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    6. Accidenti Lulli.... Bei tempi....

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  17. Nessuna guerra, Elena, ci si scambiava delle opinioni; solo che dopo tanti anni in cui ci hanno trattate da analfabeta per i nostri gusti, dopo molte articolesse denigratorie (qualcuno ha detto Aspesi?) saltiamo su alla minima voce dissonante. Me ne dispiace e se ho trasceso mi scuso. Ma mantengo la mia opinione.

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  18. Se uno scrive per se stesso scrive un diario e lo tiene nel cassetto. Se scrivi per essere letto da altri si instaura una comunicazione - autore da un lato, lettore dall'altro. E' l'autore che dà vita alle sue storie ma è il lettore che le rende vive. Nessuna guerra, l'autore ha bisogno del lettore, altrimenti le sue storie rimangono lettera morta. E quando "pubblichi", lo dice il termine stesso, ti esponi alle critiche punto. Non puoi scegliere chi ti leggerà, chi esprimerà le sue opinioni e come lo farà. Ti cuccherai sia i commenti bellissimi sia per contenuto che per forma che quelli all'opposto e quelli nel mezzo. Starà poi a te decidere come prenderli, di qualunque colore e forma essi siano :)

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    1. Brava Monica!
      Ma il tuo Mike ha preso critiche? Sarei curiosa di leggerle ^_^

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    2. Ricordo una critica a Gambler su anobii, alla lettrice non era piaciuta la formula "killer contro l'intera polizia", però scriveva anche "nello stesso errore cadde Lynch" quindi lo presi per un complimento! Per il resto Mike fortunatamente se la passa abbastanza bene, di solito sta simpatico :)
      Sam Bolton si becca spesso del "leggerino", ma Sam è una commedia romantica, essere leggero non è necessariamente un difetto, anche lì dipende immagino da che tipo di lettura la lettrice cerca, a volte pigliamo in mano un libro e non è quello che ci aspettavamo.
      Mi è spiaciuto di più quella volta in cui una lettrice sul blog di Francy scrisse che le scene di... ehhmmm si può dire sesso qui?... di sesso in "Silver nights" erano scritte "abbastanza male". Come ho detto sopra, una volta che rendi pubblico un tuo scritto, dai implicitamente il diritto a ognuno di esprimere la sua opinione ;)

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    3. Monica è un'autrice che a me piace molto. Ho tanto apprezzato il suo Three Doors con Sam Bolton, i tre libri di Mike e il suo racconto nell'antologia con Adele Vieri Castellano.
      Sono due scrittrici che rispetto per la professionalità e lo stile, nonché per la cura che mettono nel loro lavoro.

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  19. Salve. io sono una lettrice di vecchia data. Vorrei solo dire che per una lettrice prendere in mano un libro deve essere un piacere e se non è tale il libro non vale niente. Io non voglio e non devo analizzare un libro ma e il libro che deve prendermi e farmi incollare alle sue pagine. Per i studi c'è la scuola (che io ho finito da.... diciamo un po' di anni) e leggo di tutto perché mi va e se il libro non mi piace, l'autore si faccia una ragione e non dia la colpa del suo insuccesso a me perché sono ottusa ma alle sue idee inconcluse che fanno del suo libro un qualcosa di indefinito. non voglio analizzare un libro ma appassionarmi ai suoi personaggi. A 10 anni (per ignorante, ottusa e frustrata che sono) leggevo il grande Dumas e il suo famoso Conte, adesso ho appena finito Il cuore a pezzi (un romanzo rosa, ovvio) e poi non lo so, vedrò. leggo di tutti i generi e perché mi va, non perché non so cosa fare. ho una piccola impresa che mi occupa il mio tempo, e casa e marito, e non sono frustrata. Se agli autori/scrittori non piacciono le critiche, facciano di meglio. Grazie per la possibilità di scrivere quello che penso. Siete delle blogger adorabili. a presto. Anila

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    1. Grazie Anila, per aver commentato. Era quello che aspettavo, il parere di una lettrice

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    2. grazie a voi per avermi presa in considerazione. siete fantastiche

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  20. Sì, il lettore può giudicare e può esprimere il grado di soddisfazione. Lo fa con le capacità che ha. Se è in grado di analizzare nel profondo lo farà in modo più complesso, altrimenti, può benissimo limitarsi a un semplice "Mi piace" o "non mi piace". Però penso che i lettori che hanno una maggiore conoscenza delle tecniche e dei meccanismi di scrittura non debbano fermarsi a commenti generali ma contestualizzare e specificare. E poi, mi chiedevo se uno scrittore può criticare un collega o c'è un codice deontologico che lo vieta come per i professionisti in generale? Emiliana

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  21. Brava Lullibi!! Puntuale e accurata la tua analisi. Per me è fondamentale che i lettori commentino... Controllo periodicamente che su Amazon o Anobii non ci siano nuovi commenti ai miei titoli, perché sono quelli per me più importanti, positivi o negativi che siano.Spesso vi ho trovato analisi e sintesi molto più acute delle recensioni lette sui blog. Se una lettrice commenta, lo fa di sua spontanea volontà e dice, almeno di solito, ciò che realmente pensa, senza molti giri di parole. QUindi.... lettrici, commentate, per favore, perché ci date una grandissima mano a migliorare e a capire dove le nostre storie fanno acqua.
    Grazie Lullibi per lo spunto.
    Ciao a tutte
    Viviana

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  22. La lettrice DEVE giudicare! nel senso che senza il suo giudizio, un libro non avrebbe ragione d'essere.
    Inoltre, il parlarne non pregiudica nè lo scrittore nè il libro: a volte, è proprio l'opposto!
    E' ovvio e normale che ognuno giudica secondo le proprie conoscenze, più o meno approfondite...

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