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Pubblicità ed estratti: inviti o moniti?



 Direttamente dalla scrivania di Libera
Eccoci ad un nuovo appuntamento con il lettore critico. Oggi parleremo di come e quanto presentare i propri libri. In particolare vorrei capire se la cattiva pubblicità, o quella molesta, può diventare un deterrente.

Riallacciandoci al primo post( che potete rileggere a questo LINK),voglio restare nell’ambito degli errori e della relativa responsabilità e sottoporvi un’altra questione.

Permettere la lettura di un estratto del romanzo non assicura il depistaggio delle fregature, ma aiuta!

Leggere qualche riga, o pagina, può dare un’idea dello stile dell’autore e dell’ambientazione del romanzo, ma non salvare il lettore da eventuali errori o stravolgimenti successivi.

Capita che anche alcuni blog propongano estratti vari come pubblicità e vetrina.

La prima domanda (vi sarete abituati ormai...) che mi sovviene è:  
come scegliere l’estratto giusto?

In generale si tende a proporre le prime pagine di un romanzo. Spesso il prologo del libro, che troppe volte non ha alcun legame con il resto della storia. Magari è un antefatto, storicamente molto precedente, o una previsione futura. Non ci aiuta e non ci indica nulla del romanzo vero e proprio.

Allo stesso modo però, proporre un capitolo preso da metà libro potrebbe comportare di non comprendere bene la scena o i personaggi, o cause ed effetti delle scelte dell’autore.

Voi cosa preferireste?

Un altro dubbio, molto più importante, riguarda la forma, non sempre perfetta, dell’estratto presentato.

Ma chi controlla gli stralci da proporre?

Eh sì torniamo a parlare delle figure che correggono.

Non sempre la maestrina dalla penna rossa è disponibile e capita di leggere brani pieni di errori, sintattici e grammaticali!

Ora, se vuole essere un invito alla lettura dell’opera intera, mi aspetterei una cura maniacale, o quasi, della forma. Almeno per questo cartellone pubblicitario.

Non voglio spendere troppe parole per gli eventuali commenti positivi, se non entusiastici, che seguono… sarebbero solo congetture e non è il caso di entrarvi in merito. Però ho notato, a volte, che se qualche commentatore nota gli strafalcioni viene tacciato di pedanteria.

Quindi adesso sono un po’ perplessa.

Sia chiaro non voglio puntare il dito contro qualcuno o aprire polemiche!

Vorrei solo capire, il povero lettore a chi dovrebbe poi rivolgersi per protestare, o consigliare una revisione del testo.

Al blogger? (o comunque al proprietario del sito?) All’autore?
 

La seconda tranche di domande riguarda la pubblicità. 
Molti romanzi hanno venduto tantissime copie grazie a operazioni di marketing create ad hoc, con bombardamenti pubblicitari pensati su misura per determinati range di lettori. Altre volte invece, di solito purtroppo per autopubblicazioni di autori esordienti, queste presentazioni a raffica diventano moleste e portano i lettori ad allontanarsi invece di incuriosirsi.

Qual è per voi la formula giusta per un successo letterario? Ovviamente parlando sempre di narrativa di evasione, nessun novello Manzoni! Quello parlerebbe da solo, lo sappiamo!

Cosa vi invoglia di più a comprare un libro? Un estratto intrigante, una recensione dettagliata o tecnicamente profonda, un’autopresentazione…

Sinossi (quarta di copertina), titoli e copertine non aiutano, anzi molto spesso depistano il lettore rispetto alla vera storia narrata dal romanzo.

Molti dicono che i blog sono di parte (io no, June Ross si!).

Le recensioni su Amazon e altri siti non danno per niente sicurezza, soprattutto perché c’è tutto e il suo contrario.

Di chi possiamo ancora fidarci?

Libera



Commenti

  1. Non mi ero mai posta queste domande, forse perché di solito quando ho voglia di esplorare nuovi autori chiedo a Lullibi e a Libera, loro sono onnivore, conoscono i miei gusti e mi fanno sapere a priori se devo o meno cimentarmi!
    Se non sanno darmi risposta vado a batter cassa da Juneross, Miraphora, Andreina, per i Suspense dalla Zia! Insomma, dalle amiche fidate, quelle che non mi tirerebbero dei bidoni!

    Comunque seguo sempre l'adagio: chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa ciò che lascia ma non ciò che trova.

    Perciò, le mie autrici certe, alla fine sono sempre la scelta migliore, non rischio bidoni, al massimo mi può piacere meno rispetto a un altro!

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  2. Scelgo un libro in base all'autrice, alla trama, alle recensioni e ai vari commenti sul web. A volte sono attratta dalla copertina e poi dalla trama. Se è un medievale compro a scatola chiusa. Se è J.R.WARD compro a scatola chiusa. Se è Self Publishing leggo i vari commenti. Se me lo propinano in tutti i gruppi più volte alla settimana, per stizza, non lo compro.
    Attualmente, a mio avviso, è difficile dire cos'è un successo letterario. Ho visto libri non eccelsi con grandi numeri di vendita. La pubblicità è tutto.
    Per me un successo è una storia scritta come Dio comanda, con stile svelto, lineare e comprensibile, personaggi carismatici (specialmente il protagonista maschile, che deve far innamorare), trama coerente con l'ambientazione e il periodo.

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  3. Quindi Giusy vorresti dire che se sul web leggo un tuo racconto zeppo d'errori la colpa è mia??????????????????????

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  4. Gli estratti mi stuzzicano parecchio, ma la scelta avviene in base ad autrice/autore, trama, consigli delle amiche, anche dalle copertine, se davvero belle, ma in genere compro se la trama mi piace e se ho già letto altre cose dell'autrice.
    In genere non do troppo peso ad errori e strafalcioni negli estratti, li considero solo degli antipasti, ancora in fase di perfezionamento.

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    1. Quindi ti dà più fastidio una trama fuorviante?

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    2. Bè, sì, intendo dire che l'estratto dovrebbe darmi un'idea della trama e non faccio granché caso a qualche errore, do per scontato che in fase di pubblicazione verranno eliminati. Ma se poi la trama risulta completamente diversa da ciò che mi era stato fatto credere.... Allora quell'autrice diventa inaffidabile.

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  5. Io scelgo in base alla trama e ai commenti su goodreads. In genere ne leggo un paio tra quelli che hanno dato cinque stelle e un paio tra quelli che invece si sono tenuti molto bassi. Anche la copertina gioca un ruolo primario in fase iniziale. E' infatti la copertina che, insieme al titolo, attira l'attenzione, si in positivo che in negativo.

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    Risposte
    1. Claudia non ti dà fastidio quando la trama, il titolo o la copertina risultano fuorvianti?

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    2. Purtroppo è uno dei rischi. Ma credo che sia anche il bello dello scoprire un libro piano piano. Ricordate 'La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo''? Titolo, secondo me, oscenamente brutto ma con una, anzi due, qualità fondamentali: è facile da ricordare e attira tantissimo l'attenzione in un panorama di titoli mono-, massimo bi-parola. Chi si sarebbe mai immaginato che dietro a un titolo così ci fosse un vero e proprio gioiello?
      Le trame sono quasi sempre fuorvianti: o si fermano sul primo capitolo o cercano di rendere epico/romantico/ammaliante qualcosa che raramente epico è. Non vorrei dire una cavolata ma credo che in qualche casa editrice d'oltreoceano ci sia addirittura una figura il cui unico compito è quello di scrivere le sinossi. In quelle italiane non so. Resta il fatto che credo sia difficilissimo descrivere in poche righe il contenuto di un libro con la giusta dose di mistero e attrattiva.

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  6. Mi sono resa conto di non aver risposto alla prima parte del post...
    Per quanto riguarda gli estratti, ritengo che debbano essere curati come l'intera storia che si manda in pubblicazione, in quanto, a parer mio, sono la presentazione del libro.
    In quella fase, la correzione andrà fatta dallo scrittore e da chi lo aiuta nella fase preliminare, in quanto, suppongo, che ancora non siano passati sotto le "grinfie" dell'editor.
    Chi si autopubblica deve stare doppiamente attenta e non lasciarsi trasportare troppo dall'entusiasmo del suo "capolavoro".
    E non tengo conto dei commenti, se non quelli di persone che conosco ormai da tempo e di cui mi fido. Quelli entusiastici, se in più scritti da amici e parenti, ancor meno.
    E comunque, a volte, mi sono lasciata trasportare da recensioni e commenti esaltanti e ne sono rimasta delusa.
    La responsabilità di scegliere è comunque mia, non posso appiopparla a chi ha dato un parere positivo o negativo, perché il mio potrebbe essere il contrario.
    Ognuno ha i propri gusti. Come mi è stato detto tempo fa...

    RispondiElimina
  7. Anche per quanto mi riguarda mi sono resa conto di non aver replicato a una parte del post.

    Oltre a sottoscrivere in todo l'opinione di Lucia (non ti esaltare è solo un caso), aggiungo da Pseudo Autrice, che la pubblicità dovrebbe essere mirata, non invasiva e precisa ne dare indicazioni alle lettrici. Molto spesso mi sono trovata quarte di copertina o stralci che sembravano entusiasmanti per poi risultare i soli punti validi del romanzo in questione.

    Inoltre, la pubblicità dovrebbe essere ben curata e impacchettata, dopo tutto parte tutto da lì il successo o meno del proprio "capolavoro"!!

    RispondiElimina

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